REGOLAMENTO MUSEO DELL’ABBAZIA DI VALVISCIOLO ABATE S. WHITE
Il Museo denominato Museo dell’Abbazia di Valvisciolo Abate S. White con sede in via Badia n. 14 (Sermoneta) si riconosce nella definizione di museo elaborata da ICOM, adottata ed integrata dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali quale “istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo che acquisisce, conserva, compie ricerche, comunica ed espone le testimonianze materiali e immateriali dell’uomo e del suo ambiente ai fini di educazione, studio e diletto, promuovendone la conoscenza presso il pubblico e la comunità scientifica”. Esso orienta in particolare la propria attività al patrimonio culturale e paesaggistico del territorio di riferimento.
Articolo 1
Normativa di riferimento
Il presente schema di Regolamento e strutturato in relazione alla normativa vigente qui di seguito riportata:
– “Atto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppo dei musei” emanato nel maggio del 2001 dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali ex art. 150 del D.L. 112/1998.
– Decreto legislativo n. 42 del 2004 “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” e successive modifiche ed integrazioni.
– Decreto legislativo n. 156 del 2006 “Disposizioni correttive ed integrative del decreto legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004 in relazione ai beni culturali”.
– Decreto legislativo n. 113 del 2018 “Adozione dei livelli minimi uniformi di qualità per i musei e i luoghi della cultura di appartenenza pubblica e attivazione del Sistema museale nazionale”.
– Legge regionale n. n. 24 del 15 novembre 2019 “Disposizioni in materia di servizi culturali regionali e di valorizzazione culturale“. Inoltre, esso accoglie: la “Carta nazionale delle professioni museali”, promossa dalla Conferenza permanente delle associazioni museali italiane il 24 ottobre 2005.
– il “Codice Etico dell’ICOM per i Musei”, adottato dalla 15a Assemblea Generale dell’ICOM (International Council of Museums) il 4 novembre 1986. la Convenzione quadro del Consiglio d’Europa sul valore del patrimonio culturale per la società (Faro 2005), sottoscritta dall’Italia nel 2013.
Articolo 2
Sede
La sede è nell’Abbazia cistercense di Valvisciolo. La sua collezione è esposta nei locali dell’ex Dispensarium. Per le mostre temporanee viene utilizzata la Sala Capitolare.
La sede è dotata delle indispensabili misure di sicurezza, tra cui un sistema di rilevazione fumi, un sistema antintrusione e un sistema di videosorveglianza, il cui uso e disciplinato da apposito Regolamento. È dotata inoltre delle indispensabili misure di abbattimento delle barriere architettoniche. Il responsabile della sicurezza è l’architetto Alessandro Zanni.
La Comunità Monastica provvede a mantenere la struttura a norma sotto il profilo statico, impiantistico, igienico sanitario, della sicurezza per persone e cose, assicurando un’adeguata custodia dei locali e dei beni, direttamente o mediante affidamento a terzi. La sede del museo è segnalata nel territorio in modo da facilitarne l’individuazione. La Sala Capitolare può essere concessa a titolo gratuito ad Associazioni o privati previa documentata richiesta.
Articolo 3
Collezioni
Il museo e articolato in una collezione di incisioni, disegni e dipinti dal XVI al XXI secolo. Le collezioni del museo sono inalienabili e sono costituite da 59 opere (10 opere del Fondo storico dell’Abbazia e 49 donazioni di privati).
Tutti gli oggetti all’atto del loro ingresso in museo vengono opportunamente registrati
(cfr. articolo 9) con l’annotazione dei dati essenziali e l’esecuzione di una ripresa
digitale in cui il bene sia riconoscibile. Il deposito o il comodato temporaneo dei materiali presso il museo sono regolati da apposita convenzione da stipularsi tra il Comune e l’Amministrazione o i privati concedenti che ne stabilisca i tempi e le condizioni, secondo quanto previsto dalla vigente normativa.
Articolo 4
Finalità, funzioni e missione del Museo
Il Museo dell’Abbazia di Valvisciolo si prefigge di favorire la conoscenza e la promozione del proprio patrimonio storico-artistico, e della cultura religiosa nell’ambito del territorio provinciale. Questo potrà avvenire attraverso iniziative quali mostre, dibattiti, conferenze, concerti, rappresentazioni, esercitazioni, laboratori di sperimentazione e ricerca. Oltre alla inventariazione e catalogazione del proprio patrimonio artistico, il Museo dell’Abbazia intende realizzare indagini e studi critici sul patrimonio artistico, storico e culturale del Territorio, per favorirne una più ampia valorizzazione e conoscenza. Il Museo dell’Abbazia di Valvisciolo cercherà inoltre di promuovere e iniziare direttamente e/o indirettamente la redazione di libri e pubblicazioni periodiche a carattere storico-artistico; promuovere la conoscenza storica e tecnica, delle diverse tradizioni artistiche e culturali del proprio territorio, con particolare attenzione per il mondo della grafica e dell’incisione finalizzata alla stampa.
Secondo le linee di indirizzo contenute nella definizione di museo riportata alle premesse, il Museo dell’Abbazia di Valvisciolo 10 costituisce un polo di conoscenza e salvaguardia della realtà territoriale, ivi compreso il patrimonio immateriale, e si pone come elemento di coesione sociale e di educazione. Rappresenta un centro propulsore e un punto di riferimento per attività di ricerca scientifica, anche instaurando forme di collaborazione con altri Istituti o Enti preposti. Cura l’aggiornamento delle esposizioni e degli allestimenti e realizza attività dirette alla crescita culturale e civile della comunità dei cittadini; si impegna nella divulgazione e nella valorizzazione del patrimonio culturale della città e del territorio attraverso l’organizzazione di mostre, conferenze, eventi e ogni iniziativa propria della sua funzione di servizio culturale pubblico. Eventuali mostre temporanee, materiali o virtuali, saranno organizzate nel rispetto della missione e degli indirizzi dati dall’Amministrazione, privilegiando quelle che prospettino un legame con le collezioni esistenti o con i beni culturali e paesaggistici del territorio. Esse non devono compromettere la conservazione delle collezioni esistenti.
Articolo 5
Adesione al Sistema Museale Nazionale, all’Organizzazione Museale
Regionale e ad altre reti di servizi culturali
Il museo si impegna a mantenere livelli minimi di qualità tali da permettere l’adesione all’Organizzazione Museale della Regione Lazio e al Sistema Museale Nazionale, così come previsto dal citato Decreto Mi.B.A.C.T. n. 113 del 21.02.2018 “Adozione dei livelli minimi uniformi di qualità per i musei e i luoghi della cultura di appartenenza pubblica e attivazione del Sistema museale nazionale”. Si impegna inoltre a tener presente gli obiettivi di miglioramento previsti per potenziare la protezione e la fruizione del patrimonio culturale museale. Nella convinzione dell’opportunità di condividere risorse e di collaborare con altre istituzioni, il museo – potrà aderire ai Sistemi di servizi culturali riconosciuti dalla Regione Lazio e aderisce al Sistema Museale dei Monti Lepini.
Articolo 6
Personale
Il personale minimo del Museo è costituito dal direttore e dal personale addetto ai servizi di vigilanza e accoglienza. Tutto il personale del Museo, sia interno che esterno all’amministrazione nonché il personale volontario, e chiamato a riconoscersi nel “Codice etico ICOM per i musei” e deve essere adeguatamente formato. Anche in caso di gestione esternalizzata, il personale e tenuto ad attenersi agli indirizzi dati dal direttore del Museo. Coerentemente con quanto definito dal Decreto sopra citato, ambito “Personale”, si ritiene che la presenza di specifiche figure professionali nell’organigramma dell’ente titolare costituisca un aspetto essenziale per garantire la corretta gestione del museo e la capacita di definire un efficace progetto culturale. Alcune professionalità museali potranno essere condivise con altri istituti, mediante apposita convenzione e formale attribuzione dell’incarico. Il direttore scientifico è il custode e l’interprete dell’identità e della missione del Museo, nel rispetto della normativa vigente, nazionale e regionale. Egli è responsabile della gestione del Museo nel suo complesso, nonché dell’attuazione e dello sviluppo del suo progetto culturale e scientifico. È garante dell’attività del Museo nei confronti dell’Amministrazione, dei cittadini e della comunità scientifica Il direttore deve possedere adeguato titolo di studio (laurea vecchio ordinamento o laurea specialistica nuovo ordinamento, in settori disciplinari attinenti alla tipologia prevalente del Museo) e un curriculum attestante esperienza maturata nel settore museale. Per garantire la necessaria continuità alla gestione del Museo il direttore è titolare di un incarico a convenzione esente da oneri
Per le funzioni del direttore e le mansioni del personale in genere si fa riferimento
alla “Carta nazionale delle professioni museali”.
- Responsabile della collezione e della comunicazione è il dott. Vincenzo Scozzarella, storico dell’arte;
- Operatore servizi custodia e accoglienza il sig. Guglielmo Guidi;
- Responsabile procedure economiche il Priore Andrea Dante Rossi;
- Responsabile della sicurezza l’architetto Alessandro Zanni.
L’Amministrazione potrà servirsi, in aggiunta al personale di cui al primo capoverso, dell’opera di volontari o associazioni di volontariato operanti nel campo dei beni culturali. Le persone che vorranno prestare la loro opera presso il museo dovranno essere adeguatamente formate e saranno chiamate a riconoscersi nel “Codice etico degli amici e dei volontari dei musei” della Federazione Mondiale degli Amici dei Musei (FMAM).
Articolo 7
Gestione e funzionamento
Il Museo può essere gestito in forma diretta, compresa la forma consortile pubblica, o
in forma indiretta tramite concessione a terzi, anche in forma congiunta e integrata, secondo quanto disposto dall’art. 115 del Decreto L.gs n. 42/2004. In caso di gestione diretta e facoltà dell’Amministrazione di esternalizzare, secondo quanto previsto dalle vigenti normative, i servizi per il pubblico di cui all’art. 117 del D. L.gs n. 42/2004. Nel caso di affidamento a terzi o di esternalizzazione dei servizi al pubblico l’affidamento dovrà essere per almeno un triennio onde garantire la necessaria continuità e qualità dei servizi offerti oltre che un sufficiente livello di sicurezza. Il direttore predispone, con piena autonomia, sulla base degli indirizzi delineati dall’ente titolare e dell’individuazione delle risorse disponibili, il programma di funzionamento del Museo, articolato in progetti di cura e incremento delle collezioni, ricerca scientifica, educazione al patrimonio, rapporto con il territorio. Il Museo assicura l’accesso a tutti i visitatori italiani e stranieri, con particolare attenzione alle fasce sociali più deboli, e promuove la più ampia partecipazione della popolazione locale attraverso iniziative mirate di mediazione e integrazione culturale, anche in collaborazione con altri soggetti pubblici e privati. La fruibilità delle collezioni e del progetto culturale del Museo sono garantiti mediante la regolare apertura al pubblico per un numero di ore che può variare in relazione alla stagione estiva o invernale, in modo da tener conto delle esigenze del pubblico e da privilegiare i giorni e gli orari di presumibile maggiore affluenza. Il Museo pubblicizza adeguatamente gli orari di apertura all’ingresso del museo, sul proprio sito web o su quello dell’Istituzione titolare. L’ingresso al Museo avviene ordinariamente a titolo gratuito. Gli accessi devono essere puntualmente registrati dal personale preposto all’accoglienza, anche se a titolo gratuito.
Articolo 8
Assetto finanziario e ordinamento contabile
Per il proprio funzionamento e per il perseguimento delle proprie finalità il Museo utilizza personale interno (monaci dell’Abbazia) e volontariato. Sebbene il Museo, in quanto appartenente ad un ente locale, non abbia autonomia finanziaria e contabile, il direttore dovrà redigere annualmente un documento economico-finanziario che rilevi costi e ricavi e che indichi, come minimo:
– Nell’ambito dei ricavi, entrate derivanti da autofinanziamento; da risorse esterne (trasferimenti, contributi, sponsorizzazioni, fondo di dotazione);
– Nell’ambito dei costi, spese derivanti: dal funzionamento ordinario; dalla gestione e cura della struttura; dalla gestione e cura delle collezioni; dai servizi al pubblico e dalle attività culturali; dagli investimenti e dallo sviluppo. I proventi derivanti dalla vendita dei biglietti d’ingresso al Museo, introitati dal Comune, sono destinati all’incremento ed alla valorizzazione del patrimonio culturale del Museo, così come previsto dall’art. 110, comma 4 del D. L.gs n. 42/2004.
Articolo 9
Inventariazione e Catalogazione
La presenza di un bene in Museo va registrata in un apposito registro di ingresso (cfr.
art. 3) che contiene dati identificativi di regola non modificabili: n. di ingresso e data,
n. inventario patrimoniale e data, n. catalogo ICCD, definizione, materia, misure,
reperimento e/o provenienza, condizione giuridica, tipo di acquisizione, riferimento a
foto, disegni, bibliografia. Il registro, redatto al computer, viene stampato, bollato e aggiornato in caso di nuove acquisizioni. Il registro deve contenere l’immediata corrispondenza tra le diverse serie numeriche attribuite ai beni. Al registro di ingresso si affiancano altre liste con
la registrazione delle movimentazioni, la collocazione di un oggetto nel museo e altri
dati modificabili.
La direzione del Museo si impegna a redigere schede inventariali di identificazione
dei beni. Si impegna inoltre a porsi i seguenti obiettivi:
catalogare interamente i beni secondo le normative vigenti a livello nazionale, a partire da quelli in esposizione;
inserire le schede in banche dati consultabili in rete in modo da assicurarne la fruizione;
ordinare con gli opportuni criteri i magazzini contenenti i beni di proprietà o quelli oggetto di regolare deposito.
Articolo 10
Conservazione e restauro dei materiali
Il Museo si impegna a garantire la conservazione delle collezioni, tanto dal punto di vista della sicurezza dei locali espositivi e dei magazzini, quanto dal punto di vista delle appropriate condizioni di esposizione e di conservazione, secondo quanto previsto nell’Atto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppo dei musei. Al fine di identificare i materiali da restaurare, nei limiti delle risorse disponibili, il direttore predispone periodici monitoraggi e piani di intervento in base ai quali il Comune affida i lavori a tecnici qualificati. Per quanto non previsto nel presente Regolamento, si fa rinvio alla vigente legislazione in materia.